domenica 22 gennaio 2012

E’ UNA QUESTIONE DI...PROFESSIONALITA’


con questo articolo il blog accoglie i contributi di una redazione più ampia: si è deciso che per dar conto di questa nuova ricchezza si adotteranno delle firme a sigla (eccetto per le comunicazioni ufficiali).
ricordo che chiunque avesse voglia di scrivere un articola o partecipare alla redazione può scrivere a salvailsociale@gmail.com, oltre che presentarsi allo spazio di posta vecchia il giovedì dalle 18,30 alle 20,30.
grazie e buona lettura.

Credo che prima di poter parlare di stipendi bassi, di diritti lavorativi negati, di contratto nazionale e tutto ciò che riguarda la nostra figura lavorativa, sia il caso di fare chiarezza dentro noi stessi di cosa siamo. L’operatore sociale ha spesso la sindrome del missionario, del bravo ragazzo, di quello che deve salvare il mondo dalla sofferenza e dal disagio a qualunque prezzo: anche la propria dignità!
Io credo che prima di tutto siamo dei lavoratori: certo, dei lavoratori che svolgono una professione particolare che ha la peculiarità di lavorare con gli esseri umani e che non produce niente di materiale, prendendoci cura della persona e cercando di trasformare il disagio in benessere. Come degli harry potter del sociale, saltiamo da un servizio all’atro cercando di portare un cambiamento positivo in chi soffre e lo facciamo con professionalità, competenza e qualità essendo noi operatori formati per farlo e non persone spinte dal buon cuore o da uno spirito caritatevole. Anche per questo allora, siamo prima di tutto dei LAVORATORI e come tali abbiamo il diritto e il dovere di lottare per la nostra dignità lavorativa, difendere il nostro posto di lavoro, perchè facendo questo difendiamo i servizi alla persona, difendiamo il sociale e quindi la democrazia di un paese, perchè un paese senza sociale è un paese senza democrazia.
Non possiamo ricordarci dei essere lavoratori solo quando c’è la minaccia dei tagli e tornare a dormire su noi stessi una volta che l’emergenza è passata, noi dobbiamo difendere i nostri diritti di lavoratori ogni giorno e avere il coraggio di dire che con i nostri stipendi da fame siamo una fascia debole di questa società. E’ vero mettiamo in questo lavoro il cuore, l anima, la mente, il corpo...e tutto quello che abbiamo, ma rimane pur sempre un lavoro che ci permette di mangiare e di dar da mangiare alle nostre famiglie. Per questo è venuta l’ora di dire basta a chi ci scambia con dei bravi ragazzi cresciuti che non hanno ancora deciso cosa fare da grandi e intanto si dedicano agli altri, basta a chi ci chiede di lavoro vero cosa facciamo, basta al volontariato che deve essere un supporto silenzioso e non una sostituzione di ruolo per risparmiare: noi siamo professionisti; se ci sono tagli ai trasporti la soluzione non è certo mettere dei volontari a guidare gli autobus, se ci sono taglia alla sanità...ve lo immaginate un pronto soccorso pieno di volontari??? perchè con noi si può fare? perchè nel sociale per risparmiare si possono dare in mano servizi ad associazioni di volontariato o semi-volontariato a discapito di qualità, competenza, professionalità ma sopratutto a discapito di tutte quelle persone che dei servizi ne usufruiscono e ne necessitano! Sul sociale non si può risparmiare perchè il sociale sono gli esseri umani e il benessere della persona deve essere una priorità di qualsiasi istituzione. Basta essere degli angeli silenziosi, basta pensare che noi non possiamo protestare perchè non possiamo lasciare i servizi scoperti, perchè domani molti di quei servizi non esisteranno nemmeno più e altri saranno portati avanti dalla prima associazione filocattolica o parrocchiale o da associazioni che nascondendosi dietro alla carità e al volontariato si riempiono le tasche di quattrini alla faccia del sociale! Sveglia colleghi e difendiamo quello che per me rimane nonostante tutto il lavoro più bello del mondo!
A.S.

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