mercoledì 8 febbraio 2012

l'altra versione sul "congelamento"


Come promesso pubblichiamo la posizione dei sindacati riguardo al confronto sulla richiesta di "congelamento" della prima tranche di aumento relativo al rinnovo contrattuale firmato nel dicembre 2011. Sempre più emerge una forte criticità tra le parti in causa: criticità che colpisce, senza margine di errore, sempre più i lavoratori in maggiore condizione di fragilità quelli o che non gli si riconoscerà quanto dovuto dal proprio contratto (che già poco concede) o che rischiano di perdere il posto di lavoro.
Come siamo arrivati a questo punto non so, ma ci siamo arrivati.




Carissimi,
inviamo un contributo di parte sindacale nella speranza comunque che l’assemblea di domani sera (appena svolatasi, NdR) sia il più possibile partecipata, in modo da poter dibattere in maniera approfondita i temi all’odg.

Abbiamo letto con molta attenzione anche il contributo inviato da Maurizio Bielli, che si autodefinisce "padrone" (nessuno, in alcun incontro di carattere sindacale, ha mai definito i dirigenti delle cooperative in questo modo).

Pensiamo anche noi che, in un momento così difficile, non sia di giovamento a nessuno diffondere informazioni non vere o distorte: dobbiamo perciò purtroppo affermare che quanto ricostruito dal Sig. Bielli, soprattutto per quanto riguarda le posizioni espresse dalle organizzazioni sindacali, non corrisponde al vero.

Non ci soffermiamo sulla situazione di grave crisi del settore che tutti ben conosciamo e di cui condividiamo l’analisi (le risorse economiche diminuite, i tagli sugli appalti ed il taglio del 5% operato dalla Regione Liguria). Come sindacati, grazie alla spinta ed alla partecipazione decisiva delle lavoratrici e dei lavoratori del terzo settore siamo impegnati a fare di tutto per scongiurarli e difendere i posti di lavoro, anche in collaborazione con le associazioni datoriali, di cui abbiamo peraltro condiviso la recente manifestazione in consiglio regionale.

Per quello che riguarda il contratto: l’accordo sottoscritto a dicembre prevede molte possibilità di dilazioni su quanto da corrispondere: le ultime due tranche di aumento previste per ottobre 2012 e marzo 2013 possono essere dilazionate su richiesta delle coop e previo accordo tra le parti, l’elemento economico territoriale da contrattare può essere sospeso o non erogato proprio dalle coop che si dichiarano in sofferenza economica, l’elemento economico di garanzia anch’esso può essere sospeso o non erogato….
Tutti questi elementi sono stati inseriti, crediamo con un atteggiamento responsabile da parte di tutte le organizzazioni sindacali, nell’accordo nazionale proprio per costruire un sistema flessibile che tenga conto delle varie criticità presenti sui territori.

Nell’incontro di martedì 31 gennaio è stato proposto di congelare anche la prima tranche dovuta per gennaio (30 euro lordi al C1) e di spostarla a fine marzo (sempre con decorrenza gennaio).

Unitariamente abbiamo respinto questa ipotesi, semplicemente perché il rinnovo del CCNL delle cooperative sociali firmato il 16/12/2011 non ci consente la deroga ( o altra forma di sospensiva ) della prima tranche di pagamento dell’aumento contrattuale previsto.

Consideriamo inaccettabile la logica della perdita dei posti di lavoro a fronte dell’aumento contrattuale. Non ci sembra che “ la solidarietà generale”, si possa o si debba concretizzare nel congelare l’aumento del contratto per tutto il 2012.
Il pagamento della “giusta retribuzione” è determinato da quanto previsto dal CCNL e un sistema che non può più permettersi questo elementare ma fondamentale diritto, è un sistema che deve denunciare la sua fragilità fino a considerare, come “extrema ratio”, anche la denuncia dello stato di crisi .
Questa è la posizione tenuta dalle OO.SS.: una posizione, a nostro avviso, di trasparenza e di chiarezza soprattutto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che operano in questo settore.
E’ falso quanto affermato da Bielli, che i sindacati pensino di risolvere il problema con la cassa integrazione.
Le OO.SS. credono che raffigurare la reale dimensione del problema, cioè un sistema che non può più permettersi di erogare neanche il minimo contrattuale, sia serio e responsabile.

Per concludere: noi sentiamo comunque il dovere di condividere questa difficile situazione con le lavoratrici ed i lavoratori, comprendiamo l’irritazione delle centrali ma noi agiremo esclusivamente nel rispetto del CCNL, disponibili da subito a svolgere assemblee e/o confronti in ogni posto di lavoro al fine di dissipare ogni possibile confusione che certamente non aiuta nessuno in una fase difficile come questa.

Franco Pezzolo Gabriele Bertocchi Graziella Librandi
FP CGIL CISL FP UIL FPL

1 commento:

  1. Condivido molti aspetti di questo testo.
    Poi casca l'asino, però.
    Insomma: c'è quasi l'invito implicito qui e già sappiamo che accadrà delle prossime due tranche.
    Capitasse mai che troppi soldi assieme non sapessimo come spenderli. ;)
    D'altra parte oramai i CCNL più che atti cogenti sono..stati sd'animo che già contengono la possibilità di esser validi sino a un certo punto.
    p.s.ma "l'elemento economico territoriale", dalle nostre parti, esiste?
    Lukino

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